Extreme contracts – Il knowledge work dalla negoziazione alla contrattazione di Jacopo Romei

Si incontrano persone, si incontrano libri.
A volte tutte e due, come in questo caso.

Extreme Contracts non è un libro di cucina e Jacopo Romei non è un cuoco.
Jacopo è un consulente strategico freelance con un percorso completamente diverso dal mio. Ha un linguaggio, un approccio al lavoro e ai suoi contenuti che mi ha colpito e ho trovato molto vicino.

Il libro

Ho comprato Extreme Contracts nel 2017, l’anno di pubblicazione, ed era un momento di cambiamento della mia attività. Stavo ampliando il mio lavoro come consulente e formatore e mettendo in fila anni di lavoro ed esperienze per capitalizzarle e renderle spendibili.

Ero alla ricerca di spunti di riflessione per creare un metodo che mi aiutasse a sviluppare i preventivi, i progetti e l’approccio con il cliente.

Questo è un libro vivo, con cui si dialoga, leggendolo: mi ha insegnato tanto e ho raccolto una lunga lista di domande e qualche risposta.
Mi sono ritrovato in tante cose, e mi ha aiutato (e mi sta aiutando) a dare ordine e a ottimizzare pensieri e processi.

Grazie a Extreme Contracts ho scoperto che:

1. Sono un knowledge worker: il mio lavoro si basa sulle conoscenze acquisite nel mio percorso (studio ed esperienze).
2. Il valore del mio lavoro non è nel tempo che spendo per eseguirlo.
3. “L’antifragilità”.

Ed è iniziato il cambiamento.

Perché consiglio Extreme Contracts ai miei colleghi

Sono tre i motivi per cui un libero professionista (anche della ristorazione), il cui lavoro si basa sul proprio “knowledge” – l’insieme di conoscenze non “quantificabili” economicamente –  dovrebbe leggere Extreme Contracts.
Questi sono gli spunti che mi hanno colpito, strettamente legati a me e al mio lavoro. Impossibile affrontarli tutti in un articolo.

Primo. Valore della conoscenza: tempi, costi e benefici

Credo fortemente che la conoscenza non vada tenuta nascosta e la generosità nella trasmissione sia fondamentale. Mi piace e mi nutre poter aiutare un collega, un allievo o un collaboratore.
Mi appassiono, e il tempo non ha un valore.

Ed è proprio sulle parole: valore, conoscenza e tempo che mi vorrei soffermare. Tre termini che ricorrono nel libro, che hanno un peso notevole nella narrazione di Jacopo Romei.

Come si quantifica il valore del lavoro? In base al tempo che utilizziamo per trasmettere la conoscenza o è la conoscenza a quantificare il valore? Oppure sono i processi positivi che questa conoscenza mette in movimento per la persona che si relaziona per me?
Infine il tempo come entra in questa equazione?

Il libro di Jacopo mi ha “liberato” dal concetto di tempo. Il mio lavoro non lo posso quantificare in base al tempo, non in maniera assoluta perlomeno.
Il valore è dato dalla mia conoscenza e quanto le mie competenze siano fondamentali per risolvere il problema che mi viene posto.
Il tempo è un dato che va quantificato per regolarsi in merito al percorso e alle tempistiche pratiche di un lavoro.

Secondo. Fragilità e antifragilità

“Colui che è antifragile migliora quando le cose peggiorano” Nassim Taleb.

Questo è un concetto che mi ha fatto vedere molte situazioni da un altro punto di vista.

Ho sempre pensato che accoglienza e morbidezza fossero atteggiamenti più utili di fronte agli imprevisti o ai fallimenti, ma era un sentimento non un pensiero strutturato. Sentivo che vivere la fragilità come un limite fosse il limite stesso.

Scrive Jacopo: ” […] abbandonare la prevenzione del fallimento e porre il focus sul recupero dal fallimento.”
Un sistema flessibile è adattabile e modificabile. Questa visione, antifragile, da la possibilità di analizzare la debolezza dei processi e migliorare.

Terzo. Sei il cliente per me? Negoziazione e fiducia

Essere un libero professionista è l’opportunità per scegliersi (e non ho scritto scegliere) con il proprio cliente e creare un rapporto (collaborazione/contratto) che si basi su una relazione reciproca.

Mi stava capitando sempre più spesso di trovarmi compresso in impegni/contratti presi che alla fine cambiano faccia. Errore mio. Certo.

Le riflessioni del libro, le esperienze professionali personali che Jacopo mette a disposizioni e la sua strada intrapresa per costruire relazioni lavorative “belle”, fanno riflettere e regalano molti spunti.

Extreme Contracts di Jacopo Romei

Extreme Contracts di Jacopo Romei

In soldoni, questo libro è un’ottima mappa per approcciare a una visione più “libera” del lavoro da libero professionista, per decidere di lavorare meglio e più solidali con se stessi. Illuminante è come l’antagonismo tra lavoro e vita, più comunemente tra lavoro e tempo libero, sia superato nella visione di un “sistema in continuo miglioramento”.

Scrive Jacopo: “I contratti sono una rogna nella vita di architetti, programmatori, designer, copywriter, grafici, fotografi e di tutti i “knowledge worker”. Ma non deve essere per forza così. Extreme Contracts è un approccio pragmatico e rigoroso per cambiare le negoziazioni e i contratti nel knowledge work. Che lavoriate da soli, in un piccolo team di professionisti o in una grande organizzazione, in queste pagine troverete molte idee per provocare, ispirare e incoraggiare voi stessi e le persone con cui collaborate a migliorare sostanzialmente la negoziazione con clienti e fornitori di accordi davvero adatti al vostro lavoro.”

L’ho letto, l’ho riletto e lo leggerò di nuovo. E sono in attesa della nuova edizione inglese.

Se vi ho incuriosito, e decidete di leggerlo, fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura

Extreme Contracts
Il knowledge work dalla negoziazione alla contrattazione
Edito 17 Novembre 2017

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